Sono qui, bagnato, incazzato e mi batte fortissimo il cuore.
Ero tutto contento e correvo dietro una mosca, ma è volata lungo il bordo e poi oltre, ho provato a zamparla ma una forza dalla terra mi ha tirato giù, con uno strattone forte e non ho potuto fare a meno di lasciarmi tirare giù. Cavolo!, Non avevo più presa su nessun punto.
C’era odore di pesce, era l’odore di qualcuna di quelle teste che odorano forte sui moli. Di solito mi accosto con la bocca e le assaggio, all’inizio l’odore mi fa uscire di testa, poi però mi abituo ed è buono. Resta forte in bocca e nella pancia e per un po’ non ho più fame. Oggi oltre a quell’odore c’era un suono, un borbottio lamentoso, un affanno. Ho trottato più veloce per vedere cosa fosse. E ti ho visto.
Devo trovare un modo per aggrapparmi a qualcosa, ma sembra tutto inutile. Odio quest’acqua che risale lungo i peli e arriva fino alla pelle, odio avere i peli tutti aggruppati in ciuffi e odio le gocce sulle vibrisse. Mi sembra di sentirle, le gocce, una ad una evaporare e riformarsi e scorrere come fossero macigni. Sono in panne, completamente: dal bordo della banchina spunta il suo muso. Pacifico, passa saltellando, si affaccia, dà un’occhiata e sgrana gli occhi, si lecca il naso.
Sì c’era un suono, sì l’ho seguito, sì ero curioso; ma quando ti ho visto, dio mio, mi è preso un colpo! Eri un affare piccolissimo, sapevo che eri un gatto di qua, dei dintorni, ti avevo visto mille volte girare con la mamma e i cugini. Sapevo che eri un tipo a posto, mai scandali, mai problemi, ma questa volta eri finito in una situazione allucinante. Non c’era niente, uno scalino, un cordino, una scalanatura: due pareti lisce e l’acqua che si muoveva.
L’ho guardato e volevo dirgli “Beh, che fai? Chiama qualcuno, fai qualcosa. Porca miseria, me lo devi far dire per forza? Va bene: Ho paura, contento? Ora l’ho detto”. I pesci si erano allontanati metri e metri di distanza già un secondo dopo che ero finito in quella situazione; buoni, quelli. Lui mi guardava con gli occhi strabuzzati, si stava agitando, sbuffava. Soffiava forte un fiato sempre più caldo, ad ogni istante.
Aspetta, devo fare qualcosa, devo tirarti fuori da tutto questo, forza sei un bravo ragazzo! Suvvia, non fare così. Uhm, guarda come sei agitato. Vediamo se allungo un pò, forse si vede meglio, un punto di partenza per tirarti su.
Zampetta avanti e indietro, come fosse al cinema. Vuoi i popcorn? “Gradisce una bevanda fresca?”. Quando mi agito grido, lo so. È più forte di me. Ma guardalo, si sporge e non fa niente. Mi annusa: “Mi hai preso per una sardina?”.
Allora, se mi faccio in avanti mi sbilancio. Che situazione, che situazione! Ahi, Ahi. Perché mi graffi? Sei arrabbiato, hai paura? Bisogna pensarle bene le cose, sennò poi succede un guaio.
Cagnaccio, puzzolente. Aiutami, in nome del cielo. Creatura cretina. Aiuto! Musaccio. Mammia mia, quel fiato!
Proprio messi male. Mi sa che non c’è nient’altro da fare. Hai ragione. Bisogna fare le cose d’impulso. Ti salverò. Quant’è vero che sono un cane. Siamo gente del porto e quelli del porto si aiutano! Arrivo, mi butto. Ti salvo!
<SPLAAAAASHHHHH (schizzi e spuma d’acqua ovunque)>
Eccoti! Ci voleva tanto? Bisogna che ti muovi di meno, altrimenti non riesco ad arrampicarmi e uscire. Per una volta questo pelaccio crespo serve a qualcosa, fermo, fermo!
Ce l’ho fatta! Mi sono buttato! Fosse l’ultima cosa che faccio, non mi importa. Lo salverò e saremo come fratelli. Inseparabili come gemelli siamesi e saremo i più ganzi del porto. Che fastidio tutti questi schizzi e come pungono quelle unghie, fratellino! Non ti preoccupare, ci sono io. Non importa se è difficile, io e lui ce la faremo, siamo in due e siamo una forza. Ecco il bordo, ci siamo quasi. Se mi metto così e ci facciamo coraggio ce la facciamo a uscire; certo, l’acqua è fredda e si muove tutto qui. Prima lui…poi io e poi via! Per nuove avventure!
Finalmente ti sei messo in una posizione sensata, un paio si passi in equilibrio su questo testone vuoto e sono fuori. Oplà. Pericolo scampato! Uff. Menomale che sono in forma! Un saltino. Là! Via!
Non lo vedo, è in salvo? “Ehi!” Urca, un momento, qui è più alto. Oh, issa. “Arrivo, eh”.
“Micioooooo!” Brrr, che freddo. “Micioooooo!”. Dove sei finito?
Micioo!
Mi…