Siamo una promessa,
la seconda parte di una frase detta da qualcun altro,
il moto di ritorno di un’intenzione,
e non siamo nessuna invenzione.
Se ogni cosa possibile
somiglia a un punto che vaga,
quello che esiste davvero
non è più un punto, ma un centro.
E un centro da sé non è niente,
ma è il centro di un filo di sguardi
puntati su un punto solo,
da solo contro miliardi.
Siamo puro compimento,
il terzo atto, scontato,
di una breve commedia perbene,
di cui siamo il finale agognato.
Siamo un gesto fortuito
che riporta al pensiero
i dettagli di un sogno notturno
dall’oblio mattiniero.
Siamo vivi per miracolo,
appesi a un pensiero fra cento
che ci coglie dalla terra gremita
con un gesto lento.
Siamo la sola occasione
che ha la fragile idea di noi
di non cadere e finire
tra intricati corridoi.
La differenza sottile
tra restare e sparire.
Siamo il labirinto che divide
l’inizio dalla fine,
un miraggio dalla vita,
la cui fine è l’unica uscita.